2/08/2014

Tecniche e materiali: Il Pastello (prima parte)

Il Pastello è uno dei medium più utilizzati nell'ambito delle cosiddette arti figurative; non sono pochi gli artisti che ne hanno fatto uso nel corso della storia dell'arte e quelli che continuano, anche al giorno d'oggi, ad utilizzarlo nelle proprie creazioni, anche in maniera esclusiva. Tuttavia su questo strumento ci sono tante cose da dire e esistono molti luoghi comuni che vorrei provare a sfatare con una serie di post.

Intanto con questo primo post vedremo cos'è un pastello e poi analizzeremo un po' i vari tipi di pastelli che si possono trovare in commercio, elencandone le caratteristiche e provando a fare qualche confronto. Ma ora cominciamo!

Per pastello intendiamo un insieme di strumenti di disegno (e pittura) realizzati in vario modo ma che hanno tutti lo stesso aspetto finale di barretta (normalmente di 7 o 8 cm di lunghezza per circa 1 cm di di spessore). Il pastello è spesso catalogato tra gli strumenti di disegno (si dice anche comunemente "disegno a pastello") ma di fatto è uno strumento pittorico, perchè può essere utilizzato come un pennello per campire aree vaste. Inoltre la sua natura coprente e la consistenza generalmente morbida consente di ottenere degli effetti che avvicinano la pittura a pastello a quella tipica di altre tecniche pittoriche, come l'olio o l'acrilico.


Pastello morbido o secco


E' il pastello propriamente detto, quello della tradizione dei grandi pastellisti del passato, come Quentin de la Tour, Perronneau, l'italiana Rosalba Carriera (la prima donna pastellista), e più recentemente Degas e Odilon Redon, per citarne solo alcuni tra i più conosciuti. E' uno strumento molto antico visto che era già in uso nel 1500 per bozzetti e studi preparatori, ed è polveroso, in quanto composto quasi esclusivamente di pigmento puro, mischiato ad altre sostanze di riempimento (filler) e tenuto insieme da un legante (binder) molto debole, che generalmente è la gomma arabica.

Il pastello morbido è sostanzialmente un prodotto delicato (si rompe solo guardandolo :) ) con un elevato potere coprente e che fa molta polvere, ma non è affatto un colore smorto! Essendo colore allo stato puro ha una vividezza che non è facilmente riscontrabile in altri mezzi pittorici e questo è il primo luogo comune da sfatare: è vero che per "color pastello", soprattutto nell'ambito della moda, intendiamo una tinta tenue, chiara, molto luminosa, ed è anche vero che i pastelli morbidi hanno questa caratteristica di essere luminosi e vellutati, ma con i pastelli è possibile ottenere anche effetti molto vigorosi e tinte molto accese e dall'aspetto cremoso e vellutato.

Qui bisogna fare un po' di differenza però. I pastelli secchi sono disponibili in diverse consistenze: alcuni sono più duri (e generalmente hanno una forma quadrata e non la tradizionale forma cilindrica) perchè la percentuale tra filler e binder (di cui abbiamo parlato prima) varia a favore di quest'ultimo. I Pastelli di questo tipo sono più adatti per i dettagli, per il disegno preliminare e per lo strato sottostante del quadro.

I Pastelli più morbidi invece, dove cioè il legante è più blando e il colore più puro, sono adatti per lo strato superiore di un quadro, perchè hanno la capacità di aggrapparsi meglio al cosiddetto "dente" della carta e al colore già presente sul supporto.

Infatti uno dei problemi maggiori della pittura a pastello (in generale, ma in particolare con il pastello morbido) è il fatto che dopo un po di tempo il supporto si satura, e gli strati di colore sovrapposti non hanno più la capacità di aderire bene. Questo problema si risolve con l'esperienza (imparando a pittare pensando allo svolgimento del quadro) e con un po' di ausili tecnici come il fissativo che, come dice la parola, serve a unire insieme le particelle di polvere tra di loro e sul supporto.

Al fissativo riserveremo un post a parte in futuro, ma anticipo solo che quest'ultimo divide un po' i pastellisti tra chi non lo usa e lo sconsiglia (perchè scurisce i toni e smorza un po' l'aspetto vellutato, caratteristico di questa tecnica) e chi invece ricorre all'uso di fissativi (magari dell'ultimo tipo, alla caseina) perchè sono inevitabilmente più pratici nel risolvere il problema della conservazione.
Ma, come già accennato, questo argomento sarà oggetto di un'altro post. Per il momento mi fermo qui... alla prossima!



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